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Rea sull’adattamento al suo nuovo team: "Mi fido di Andrew e Yamaha, dobbiamo continuare ad avere fede"

Thursday, 18 April 2024 11:46 GMT

Nuovo capotecnico per il nordirlandese che per questo 2024 ha lasciato Kawasaki per Yamaha e che ha parlato delle sfide legate al cambio di gruppo di lavoro, di team e di moto

Uno dei temi caldi per la stagione 2024 del Campionato del Mondo MOTUL FIM Superbike è stato senza dubbio il clamoroso passaggio di Jonathan Rea da Kawasaki al team Pata Prometeon Yamaha dopo nove annate in verde. Il numero 65 però non ha portato con sé in Yamaha il suo storico capotecnico Pere Riba e quindi ora è affiancato dal suo ex compagno di box Andrew Pitt. Prima del Round Pirelli di Olanda Rea ha parlato di come si sente senza avere accanto Riba e ha anche parlato del percorso di adattamento legato al cambiamento di team.

Dal 2015 al 2020 Rea ha vinto sei titoli consecutivi con Kawasaki mentre ha fatto fatica nel 2021, 2022 e 2023. Per quest’anno il nordirlandese ha deciso di accettare la sfida di Yamaha che si era ritrovata con una sella libera dopo l’addio di Toprak Razgatlioglu (ROKiT BMW Motorrad WorldSBK Team) approdato in BMW. Di questo ha parlato Rea nel giovedì mattina al TT Circuit Assen.

“Devo ambientarmi con un team completamente nuovo, capendo come lavorano e da parte loro capendo come lavoro io. Si tratta di procedere passo passo. Ho davvero tanta fiducia in tutti quelli che fanno parte di Yamaha. Sono delle ottime persone, intelligenti. Per nove anni ho avuto un rapporto speciale con il mio precedente capotecnico. All’inizio le cose non andavano bene, ci sono stati dei momenti difficili ma in generale, se ad esempio dicevo ‘sinistra’, sapevano telepaticamente cosa dovevano fare”.

“Con un team completamente nuovo che ha lavorato con diversi piloti, per loro è molto difficile capirmi senza proferire parola. Nei precedenti Round ho trascorso tanto tempo al box provando a spiegare chiaramente quali fossero le mie sensazioni. Anche per me è nuovo e questo può anche essere un grosso problema; se un pilota parla troppo può creare ancora più problemi da un punto di vista tecnico. Bisogna procedere step per step. Penso che la situazione si combini con alcuni problemi ai quali abbiamo dovuto far fronte, come anche alle difficoltà avute a Phillip Island e alle cadute, è stato difficile mettere tutto insieme, ma ce la faremo”.

Uno degli aspetti chiave sarà quello legato al lavoro dei capotecnici, considerando che ciascuno di essi ha un proprio stile personale. In Kawasaki Rea ha avuto come capotecnico unicamente Riba con il quale ha conquistato un record di oltre 100 vittorie e sei titoli mondiali insieme alla Casa giapponese. Ora, in Yamaha, il 37enne ha come capotecnico Pitt: i due hanno corso insieme.

Rea ha parlato delle differenze esistenti tra Riba e Pitt: “Onestamente sono più simili di quanto possiate immaginare. Sono entrambi molto intelligenti. Andrew ha un’etica del lavoro incredibile, è molto competitivo e prova sempre a trovare qualcosa, spingendo tutto il team a fare del proprio meglio. Andrew spinge il reparto elettronica e quello del telaio a migliorare, come faceva Pere”.

“La differenza principale sta nel fatto che per nove stagioni ho lavorato con Pere e a volte non c’era nemmeno bisogno di parlare. Parlando di mercato ad esempio Toprak ha cambiato Casa ma ha portato con sé il suo capotecnico ma poi devono conoscere e imparare un’altra moto. Mi chiedete se sarebbe stato un vantaggio ora avere al mio fianco Pere? Non ne sono sicuro. Forse sì in termini di comunicazione e di mia comprensione, ma non capisce la R1. Su tutte le cose ci sono dei pro e dei contro. Il rapporto con Andrew è davvero ottimo. Mi fido di lui e di Yamaha. Onestamente è stato un avvio difficile. Dobbiamo avere fede. Testa alta e speriamo di tornare alla normalità qui ad Assen”.

 

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