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La carriera di Tom Sykes nel WorldSBK: campione del mondo, gli anni d’oro e uno splendido personaggio

Friday, 4 March 2022 10:34 GMT

Nel 2022 non farà parte del paddock del Campionato delle derivate di serie: andiamo a ripercorrere le tappe della carriera del celebre pilota britannico

Il Campionato del Mondo MOTUL FIM Superbike 2022 sta per scattare e la griglia di partenza è al completo. Tra i piloti che non vedremo al via ci sarà Tom Sykes. Dopo 13 stagioni nel paddock del World Superbike la sua esperienza si è conclusa alla fine della stagione 2021 che lo ha visto impegnato con il BMW Motorrad WorldSBK Team. Ora lo attende la British Superbike per un nuovo capitolo insieme a PBM Ducati. Sykes è uno dei piloti più carismatici in circolazione: andiamo a ripercorrere la sua carriera nel WorldSBK, a partire dall’esordio con Rizla Suzuki fino al titolo 2013 e al canto del cigno del 2021.

 

ESORDIO CON WILDCARD

La prima apparizione di Sykes nel WorldSBK risale al 2003 quando a Brands Hatch come wildcard scende in pista con il team Northpoint Yamaha staccando il nono tempo e arrivando 12°. Cinque anni dopo ancora una volta è di scena a Brands Hatch, stavolta con Suzuki nel WorldSBK; Sykes in Gara 1 è costretto al ritiro mentre si trova in terza posizione. In Gara 2 arriva settimo. Nel successivo Round in programma a Donington Park in Gara 1 porta a casa un podio memorabile, il primo dei 114 della sua carriera. Nelle prime quattro gare che lo vedono al via è grande protagonista e si conquista così un posto nel team ufficiale Yamaha per il 2009 accanto a un altro rookie che porta il nome di Ben Spies.

 

I PRIMI ANNI: Yamaha e il passaggio a Kawasaki

Sykes in tutte le prime 12 gare del 2009 termina sempre in top ten. Il suo miglior risultato è un quarto posto che arriva in Gara 1: il suo 2009 si chiude con un nono posto in classifica. In quella stagione il titolo mondiale va a Spies mentre il campione del mondo 2009 nel WorldSSP Cal Crutchlow approda nel WorldSBK. Il 2010 vede anche il ritorno nel mondiale delle derivate di serie di James Toseland: Sykes si trasferisce in Kawasaki; è così che nasce un binomio di assoluto livello.

Difende i colori del team ufficiale Kawasaki all’epoca gestito da Paul Bird Motorsport, lo stesso team con cui sarà impegnato in questo 2022 nel BSB. Nel 2010 Sykes impiega nove gare per entrare in top ten dal momento che la ZX-10RR fatica a sfidare Aprilia, Ducati e Yamaha. Cinque piazzamenti tra i primi otto e una pole nelle ultime sei gare: Sykes arriva così al 2011 andandosi a prendere una prima storica vittoria in Gara 2 sul bagnato al Nurburgring. A fine anno è 13° ma sembra trovarsi bene con la nuova ZX-10RR.

 

LA NUOVA ERA DI KAWASAKI: il rinnovato potenziale di Sykes e la conquista del titolo mondiale

Paul Bird Motorsport decide di dedicarsi a nuovi percorsi e lascia spazio a una nuova era di Kawasaki; Provec Racing prende il comando delle operazioni nel 2012 con Guim Roda in testa. Sykes dimostra ciò che sa fare se gli vengono dati gli strumenti giusti. Porta a casa tre podi nelle prime quattro gare e anche le prime tre pole. La prima vittoria del 2012 la conquista a Monza in Gara 2 che viene accorciata mentre il primo successo di sempre nel WorldSBK sulla lunga distanza lo ottiene nella prima gara della storia del Campionato che va in scena in Russia. Vince altre due gare ma il titolo mondiale gli sfugge per solo mezzo punto: a festeggiare il trionfo iridato al termine del Campionato più combattuto di sempre è Max Biaggi ma Sykes è pronto per dire la sua nel 2013.

Nelle prime tre gare non va a podio ma Sykes firma una striscia di otto podi tra cui una splendida doppietta a Donington Park, la prima della sua carriera. Grazie ad altri sei successi Sykes vince il titolo con una gara di anticipo dal momento che il terzo posto in Gara 1 è sufficiente per permettergli di chiudere i giochi. Un momento indimenticabile per Sykes e anche per Kawasaki che torna a laurearsi campione del mondo dopo che l’ultimo portacolori della Casa di Akashi a vincere il Campionato era stato Scott Russell. Dopo 20 anni di attesa per Kawasaki inizia una nuova era come punto di riferimento.

 

DUELLI POST TITOLO: le rivalità si infiammano nel box KRT

Nel 2014 Sykes sfiora il secondo titolo iridato ma senza riuscire a vincerlo. Nel corso del primo giro di Gara 1 a Sepang alla curva 2 il suo compagno di squadra Loris Baz lo porta fuori dalla contesa. Il pilota britannico perde il mondiale per soli sei punti e - nonostante sia il pilota con il maggior numero di successi in quella stagione - deve arrendersi a Sylvain Guintoli. Nel 2015 lo attende un nuovo compagno di squadra e una nuova rivalità: in Kawasaki arriva Jonathan Rea che si laurea subito campione del mondo mentre Sykes termina con un terzo posto in classifica alle spalle di Chaz Davies e Ducati. Nel 2016 ancora una volta Sykes dà vita a delle grandi sfide con Rea, in particolar modo in Thailandia al Chang International Circuit. La lotta per il successo finale si protrae fino all’ultimo appuntamento dell’anno. Il nordirlandese si conferma in vetta al mondo con 51 punti di vantaggio.

Nel 2017 Rea è sempre l’uomo da battere. Sykes firma 16 podi e due vittorie e termina la stagione al terzo posto mentre Rea si conferma davanti a tutti. Nel 2018 deve accontentarsi di un quarto posto finale. Sykes vince Gara 2 ad Assen: si tratta del suo ultimo successo fino a questo momento. Sykes domina la gara arrivando alla bandiera a scacchi con cinque secondi e quattro decimi di vantaggio su una pista che ha sempre visto un netto predominio da parte di Rea dal momento in cui il nordirlandese è entrato a far parte di KRT. In quella stagione la rivalità tra i due tocca un nuovo apice a Brno dopo un contatto che nelle prime fasi di Gara 2 porta all’uscita di Rea e tanta rabbia per Sykes. A fine 2018 il britannico lascia Kawasaki: nel 2019 lo attende un nuovo capitolo.

 

LA CHIAMATA DI BMW: ecco un nuovo progetto di sviluppo

Sykes si mette alle spalle l’esperienza in Kawasaki e passa a difendere i colori del team ufficiale BMW con il quale è impegnato in sella alla nuova S 1000 RR. Al terzo Round con il team della Casa bavarese Sykes torna in prima fila, poi a Misano sul bagnato si regala un primo podio, il primo di BMW dal 2013 e il numero 109 per Sykes in carriera. Grazie ad altri tre podi il suo 2019 finisce con un ottavo posto in classifica mentre la stagione 2020 vede ‘Mr. Superpole’ a Phillip Island scattare per la 50^ volta in carriera dalla pole position.

Nel 2020 Sykes non riesce a lottare per il podio ma resta con la Casa bavarese che nel 2021 manda in pista la tanto attesa M 1000 RR, la prima BMW di sempre nel WorldSBK con un motore ‘M’. Sykes è fin da subito più competitivo e torna con decisione tra i primi sei, conquistando due podi a Donington Park. Prima del Round di Navarra arriva la conferma che Sykes nel 2022 non farà parte del team ufficiale BMW. La Casa tedesca decide di puntare su Scott Redding: il pilota inglese passa da Ducati a BMW. Nonostante un “grande interesse” da parte di Honda, Sykes lascia il paddock del WorldSBK per tornare nel BSB.

 

UN LEGAME SPECIALE: i record di Sykes nel WorldSBK

Sykes non a caso è noto come Mr. Superpole: nel WorldSBK sono 50 le pole firmate dal pilota inglese, mai nessuno è riuscito a fare come lui nella storia del Campionato. Alle sue spalle a sette lunghezze di distanza troviamo Troy Corser. Nel 2013 ha regalato a Kawasaki quel titolo mondiale che le mancava da 20 anni senza dimenticare che l’ultimo inglese a vincere un Campionato era stato sei anni prima James Toseland. In totale Sykes nel WorldSBK ha raccolto 34 successi e 114 podi, cinque in più di Carl Fogarty e soltanto due in meno rispetto a ‘Nitro’ Noriyuki Haga. Noto per le grandi capacità in termini di sviluppo della moto e per essere stato uno dei personaggi più carismatici nel paddock del WorldSBK, tutti noi gli auguriamo un grande in bocca al lupo per il suo futuro.

 

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