Notizie

Intervista a Toseland, prima parte: gli inizi, le rivalità e la lotta per i titoli mondiali

Wednesday, 10 March 2021 10:09 GMT

Per la prima volta assoluta il due volte campione del mondo nel WorldSBK James Toseland ci parla del suo arrivo nel World Superbike a soli 19 anni e dell’infuocata lotta per il titolo 2004

Il Campionato del Mondo MOTUL FIM Superbike 2021 continua ad avvicinarsi al via ma nel frattempo possiamo andare a rivivere un’epoca piena di emozioni. Nella prima delle due parti di questa intervista il campione del mondo nel WorldSBK 2004 e 2007 James Toseland ci parla delle prime fasi della carriera vissute nel mondiale delle derivate di serie e ci dice la sua anche sul primo titolo conquistato nel 2004. La stella britannica ci porta all’interno di un viaggio molto interessante che parte dal dietro le quinte e arriva alle rivalità vissute all’interno del team: “Ho vinto il mondiale 2004 andando controcorrente”.

In merito alle prime fasi della carriera, Toseland ha raccontato di quando era poco più che un adolescente con un sogno: “All’età di 19 anni ho firmato per il WorldSBK. È successo nel 2000 a Donington Park in occasione dell’ultimo round del BSB. Neil Hodgson aveva vinto il titolo mentre io ero stato vittima di una brutta caduta nel corso di alcuni test sulla pista di Cadwell Park. Mi ero rotto il femore. Ho ricevuto un messaggio da Colin Wright, il team manager del GSE Racing, in cui appena dopo la vittoria del titolo mi chiedeva di andare al camion del team”.

“Ero in stampelle ma le ho lasciate nella hospitality del team per cui correvo. Ho pensato ‘non posso presentarmi in stampelle a una possibile offerta per il World Superbike’. Mi ricorderò sempre che sono entrato e ho salutato tutti; 30 secondi dopo mi ha dato un foglio di carta ed era un contratto biennale per correre come compagno di squadra di Neil Hodgson nel WorldSBK. Mi ha chiesto quanto volessi e ho detto che avrei corso gratis facendo vedere che non ero in una posizione negoziale molto forte ma mi ha subito risposto ‘no’ e così’ abbiamo negoziato l’ingaggio arrivando a un accordo per la stessa cifra che già guadagnavo. È andata così”.

I primi tre anni, dal 2001 al 2003, non sono stati una passeggiata di salute per JT: “In quelle tre stagioni nel GSE Racing, ho chiuso in 13^, settima e terza posizione. A quei tempi pochi piloti avrebbero visto un contratto dopo aver terminato 13° e 7° ma il team mi ha confermato per un altro anno. Nel 2001 ci sono stati momenti in cui Troy Bayliss, Colin Edwards e perfino Neil Hodgson mi superavano e dopo tre curve li perdevo. A volte ho pensato ‘ma sarò in grado di andare così forte?’ ed è così che i giovani piloti iniziano ad emergere per poi diventare campioni, ovvero quando riescono a raggiungere quel livello e al tempo stesso imparano. Neil era passato al team ufficiale e nel 2003 come compagno di squadra avevo Chris Walker, quindi mi sono ritrovato fuori dall’ombra di Neil. Se ho vinto quel titolo nel WorldSBK e sono diventato il campione del mondo più giovane è soprattutto grazie a quelle tre stagioni”.

“A inizio 2004 - ha proseguito Toseland - non ero ancora nel mio momento migliore. Quando fai parte del team ufficiale Ducati devi vincere, solo quello. Nel 2003 c’erano diversi piloti che avrebbero potuto farlo. Beh, non è sufficiente. Devi essere speciale e dimostrarlo. Nel 2004 sono cambiati altri fattori: dopo tre anni con le Dunlop siamo passati alle Pirelli. Nel 2004 non avevo il pacchetto completo ma avevo a disposizione la Ducati ufficiale, la più veloce, quella costruita meglio e potevo contare sul team più esperto tra quelli presenti sulla griglia di partenza. Sono stato davvero fortunato a trovarmi in un team come quello per controbilanciare i nuovi pneumatici. Arrivato ad Assen avevo capito come fare per essere competitivo e sono riuscito a vincere”.

Arrivando in Olanda c’è stata anche una sorpresa davvero inaspettata per James: “Avevo utilizzato tutti i motori a disposizione o li avevo rotti e quindi stavo usando quelli del mio compagno di box, Regis Laconi. Alla fine erano più veloci. Infatti ho dovuto cambiare un po’ l'ammortizzatore al posteriore dato che avevo tanta accelerazione in più. Se le cose non fossero andate così forse probabilmente non avrei vinto il titolo del 2004 dato il vantaggio che Regis stava guadagnando nell’arco di tutta la stagione: ho capito che non ero io a essere stato più lento”.

“Ho vinto il titolo andando controcorrente, non ero la scelta preferita da parte di Ducati, specialmente considerando il mercato francese,” ha continuato Toseland. “Non ci sono stati festeggiamenti dato che dovevamo rispettare l’altra parte del box; era la prima volta che Ducati si presentava all’ultima gara in programma con una possibilità di vittoria per entrambe le moto dello stesso team ufficiale. L’ho presa sul personale, ho avuto delle emozioni contrastanti pensando al percorso fatto fino a quel momento e mi piacerebbe che alcune persone che non sono più con noi lo avessero visto".

“Da quel giorno, il 3 ottobre 2004, due giorni prima del mio 24° compleanno, la differenza psicologica per me contro Laconi e Noriyuki Haga – anche lui era in lotta per il titolo – è stata grande. Per Laconi si trattava dell’ultima occasione per vincere il titolo. Mi ricordo quanto in quel weekend Ducati fosse giù di morale, dato che Regis non stava portando a compimento quello che tutti si aspettavano da lui. Non posso immaginare come deve essersi sentito andando verso l’inverno, soprattutto considerando che io avevo vinto il titolo e che lui non mi rispettava davvero. Per qualcuno è dura essere battuti da uno che non si rispetta davvero”.

Nonostante il successo ottenuto nel 2004, l’esperienza di Toseland con Ducati è proseguita solo per un’ulteriore stagione e non con il massimo della positività: “Io avevo vinto il titolo e Regis lo aveva perso. Considerando quanto fosse più veloce rispetto a me avrebbe potuto mettermi fuori gioco negli ultimi tre Round e lo sa bene quanto me. Sono arrivato al 2005 percependo queste sensazioni negative, poi la stagione si è complicata a causa di una brutta caduta in Qatar e delle difficoltà che abbiamo avuto con il traction control. Sono tornato veloce dopo un po’ di tempo ma ormai era troppo tardi anche se ho chiuso l’anno in quarta posizione. Non era abbastanza per un team ufficiale Ducati e così ho perso il posto. Non pensavo che Ducati mi avrebbe tenuto solo perché avevo vinto il titolo e soprattutto dopo aver chiuso il 2005 al quarto posto ma nel corso di quei due anni non ho mai avuto realmente la sensazione di essere il volto giusto per quel contesto”.

Non perderti la seconda parte di questa intervista dove Toseland racconterà della sua vita dopo le corse, del feeling che aveva in pista e anche di tanto altro.

Vivi tutte le emozioni della stagione 2021 con il WorldSBK VideoPass!