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Carrasco: "Ho sempre saputo che sarei tornata a correre"

Monday, 22 March 2021 11:39 GMT
El País

In un’intervista rilasciata a ‘El País’ la spagnola ha parlato del serio infortunio di cui è stata vittima l’anno scorso e ha fornito dettagli sul percorso di recupero

A inizio settembre 2020 Ana Carrasco (Kawasaki Provec WorldSSP300) si è infortunata alla vertebra dorsale al Circuito Estoril: da quel momento c’è stato tanto interesse da parte dei media nei confronti del percorso di recupero della pilota murciana. Cinque mesi dopo la campionessa del mondo 2018 nel WorldSSP300 è tornata in pista per degli ottimi test in sella alla sua Kawasaki Ninja 400. La prossima settimana sarà impegnata al Circuit de Barcelona-Catalunya nei Test che avranno il supporto di Dorna.

In un’intervista realizzata da Nadia Tronchoni per ‘El Pais’, Carrasco è tornata su quell’infortunio e ha ripercorso i momenti difficili che ha dovuto affrontare nel corso di quei mesi per arrivare poi al recupero quasi completo.

“È stata una caduta stupida entrando nella ghiaia. Subito dopo la prima cosa che mi è passata per la testa è stata ‘sarò in grado di correre nel Round di Barcellona la prossima settimana?’. Poi però ho capito che non avrei corso né quella né le altre gare in programma,” ha ricordato la 24enne nell’intervista. “Non ho mai avuto il dubbio sul fatto che sarei tornata in pista. Mi hanno detto che per iniziare a sentirmi bene e a tornare a una vita normale sarebbero stati necessari tra i tre e i cinque mesi; alla fine abbiamo accorciato di molto queste tempistiche”.

Carrasco ricorda anche che quello avvenuto all’Estoril non è stato il suo primo infortunio – dato che in precedenza si era fratturata il gomito, la clavicola e la spalla – ma è consapevole che il rischio fa parte del lavoro che ha scelto: “Non puoi stare a rimuginare troppo su come sono andate le cose altrimenti ti fai solo del male. L’unica cosa è pensare a ciò che è necessario fare per recuperare, per stare meglio e per rientrare il prima possibile”. Inoltre ha ammesso di non aver detto a nessuno il rischio che ha corso: “Nemmeno alla mia famiglia. Fin dall’inizio ho accettato il rischio come parte del mio lavoro, ho capito che posso farmi molto male e che una caduta può comportare delle conseguenze difficili. Però sono stata fortunata”.

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