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Wayne Rainey – Seconda parte: "Probabilmente avrei tentato di correre nel WorldSBK!"

Tuesday, 7 July 2020 08:52 GMT

Confermando un desiderio relativo al WorldSBK ha dichiarato il suo interesse nell’entrare a far parte di una squadra presente nel Campionato.

Dopo la prima parte dell’intervista che abbiamo realizzato con il tre volte campione del mondo nella classe 500 cc Wayne Rainey, l’attenzione dello statunitense è rivolta alla possibilità avuta di gareggiare nel WorldSBK. inoltre ha parlato anche della gestione di un team che fa parte del Campionato e del motivo per cui nel 2020 i piloti Yamaha “possano lottare al 100% per il titolo”.

Pensi che se non ci fosse stato l’incidente, avresti provato a correre nel World Superbike?

È la prima volta che mi viene chiesto; probabilmente avrei tentato di farlo! Non so se avrei disputato una stagione intera ma senza dubbio mi sarebbe piaciuto provare a correre un paio di gare. Penso che sarei potuto essere competitivo dato che amavo correre con le Superbike. Io e Kevin Schwantz siamo diventati famosi correndo nei TT. E allora guidavamo delle Superbike speciali”.

Hai mai preso in considerazione l’idea di guidare una squadra nel WorldSBK come hai fatto nella 500cc?

Sì; insieme ai miei partner nel MotoAmerica abbiamo considerato questa idea perché riteniamo che sia importante avere una squadra statunitense nel Campionato del Mondo dato che sarebbe anche un’ottima opportunità per far emergere i piloti a stelle e strisce. A partire da una squadra statunitense possono fare dei passi avanti e avere altre opportunità ma almeno c’è una strada tracciata. Da quel che vedo potremmo avere tanto successo grazie al talenti che abbiamo sviluppato”.

Sei orgoglioso del legame che c’è tra gli USA e il WorldSBK?

“Ovviamente! Ai miei tempi il WorldSBK era appena agli inizi. Poi sono arrivati Colin Edwards, John Kocinski e Ben Spies, molto veloci e vincenti. La cosa non mi ha sorpreso. Nicky Hayden e Ben Spies sono stati autori di gare bellissime. Dopo di loro la filiera di piloti statunitensi si è un po' interrotta, ecco perché lo stiamo rivivendo!”.

Cosa devono fare le squadre e i piloti per fermare Jonathan Rea e Kawasaki?

“Guida una Kawasaki da tanto tempo e so cosa significhi. Io ho fatto parte di una stessa squadra per sei anni. Jonathan Rea ha vinto molto e quindi le altre squadre devono lavorare a fondo dato che non stanno vincendo quanto invece stanno facendo lui e Kawasaki. Ducati, Honda, Yamaha e BMW si stanno dando molto da fare per colmare questa distanza”.

“Il pilota che riuscirà a far meglio di Jonny in quelli che sono i suoi punti deboli, lo batterà. Se a inizio gara metti un ampio margine tra te e quelli che ti seguono, Jonny può soltanto ridurre le distanze senza però prenderti. Ma devi prenderti dei rischi enormi con le gomme fredde per riuscirci. In ogni caso si trovano tutti nella stessa situazione ed è il motivo per cui un pilota non riesce a essere migliore di tutti gli altri”.  

Dato che sei sinonimo di Yamaha, quali pensi che possano essere i frutti dei loro sforzi per questo 2020?

“Yamaha quest’anno può lottare al 100% per il titolo. Ha un’ottima squadra con la presenza di Toprak Razgatlioglu e Michael van der Mark. Toprak è un pilota molto interessante, guardare il suo talento mi intriga mentre diventa sempre più forte. Sembra come se abbia un equilibrio naturale sulla moto e mi ricorda Kevin Schwantz; non sembra pensare troppo sulle cose e reagisce di riflesso. Van der Mark ha già dimostrato di poter vincere delle gare e penso che se sarà costante salirà sul podio di tutti gli appuntamenti che ci attendono nel 2020. Sono presenti tutti i costruttori, succedono sempre un sacco di cose senza dimenticare nemmeno i grandi team. Di sicuro non ci annoieremo!”.

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