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Roccoli: "Se fai il pilota, devi curare ogni minimo dettaglio"

Thursday, 9 May 2019 09:21 GMT

Romagnolo, si allena con Melandri e Caricasulo, è uno dei 10 piloti più vincenti nella storia del Campionato Italiano Velocità e questo fine settimana parteciperà al Pirelli Italian Round come wildcard

Massimo Roccoli è nato a Rimini ed è in questa città in cui ha coltivato la passione per i motori riuscendo a trasformarla nella sua professione. La prima volta che è salito  in moto aveva quattro anni e a sette ha iniziato a partecipare alle prime competizioni. Nel 1999 ha preso parte al Trofeo Aprilia 125cc insieme ad Andrea Dovizioso e ha poi iniziato a scrivere pagine di storia nel libro dei record del Campionato Italiano Velocità conquistando sei titoli, quattro con Yamaha e due con MV Agusta, e dopo due Round del 2019 si trova al comando della classifica piloti.

Anche se andare in moto è ciò che più gli piace, Roccoli è prevalentemente impegnato come istruttore di auto, come tecnico federale del CIV Junior e allena i giovani Talenti Azzurri.

Il suo numero di gara è il 55, anno di nascita di sua madre che da trent’anni lo vede girare il mondo per correre in sella ad una moto. Dopo aver militato per un decennio nel Campionato mondiale FIM Supersport, Massimo Roccoli è pronto a tornare in pista, questa volta come wildcard ad Imola.

Il team con cui partecipi al Campionato Italiano Velocità ti seguirà in quest’avventura mondiale?
“Sì, in realtà il nostro obbiettivo è vincere il titolo nel CIV ma Beppe Amato, il titolare del team Rosso Corsa, mi ha voluto premiare con questa wildcard nel WorldSSP e se le cose andranno bene potremmo farne un’altra, a Misano”.

Avete un pacchetto valido visto che dopo due appuntamenti siete al comando della classifica piloti del CIV.
“A Misano abbiamo fatto un po’ più fatica ma una volta arrivati al Mugello siamo partiti subito bene, poi ci sono stati un po’ d’imprevisti causati dalla pioggia, da alcune squalifiche, ci sono state le bandiere rosse... ma nel complesso abbiamo fatto un buon lavoro”.

Frequenti il mondiale WorldSSP da una decina di anni, come ti stai preparando a questa wildcard?
“Non sto facendo nulla di particolare, mi alleno come faccio sempre, mi piace molto girare con la mia Yamaha R3 e molto spesso vado in pista con Marco Melandri e Federico Caricasulo”.

A proposito di Caricasulo, con lui hai avuto una bella battaglia per il titolo del CIV nel 2014, lui poi ha avuto la meglio. Come ci si sente quando a batterti è un ragazzino?
“Penso che l’obiettivo che CIV sia quello di mettere a confronto piloti che hanno partecipato al mondiale, come me, con le giovani promesse. Quando un 17enne o un 18enne riesce a vincere anche davanti a piloti con molta più esperienza è perché ha qualcosa di promettente. Nel 2014 Federico ha fatto una stagione incredibile, era supportato dalla squadra con la quale sta correndo ora nel mondiale, hanno vinto il titolo per un punto ma è stato più che meritato come lo sono tutti i risultati che sta portando a casa”.

Tornando invece a parlare di te, lo scorso anno a Imola avevi fatto una partenza strepitosa riuscendo ad agganciarti al gruppo di testa fin dai primi giri della gara. Quest’anno quale obiettivo ti proponi?
“Il fine settimana di Imola dell’anno scorso è stato complicato fin dal venerdì quando sono caduto alla curva del Tamburello e la moto mi è caduta sul collo. In gara ero riuscito a partire bene ma ero abituato a correre seguendo il regolamento del Campionato Italiano che un po’ diverso e trovandomi in una gara del mondiale ero al limite. Comunque, a prescindere dal risultato, è sempre bello stare in mezzo ai grandi di questo sport. Quest’esperienza sarà un po’ una prova per la mia squadra che sta pensando di entrare a far parte del mondiale e si affida alla mia esperienza per valutare questa possibilità ma, allo stesso tempo, per me è un’ottima occasione per fare ciò che più mi piace: andare in moto”.

Con che moto affronterai quest’avventura nel mondiale?
“Useremo la stessa moto che usiamo per partecipare al CIV. Nell’italiano usiamo il motore e il cambio di serie, come prevede il regolamento, invece nel mondiale è possibile usare il cambio interno e questo permetterà al motore di essere più potente”.

Tu sei un pilota, un istruttore, un coach, oltre all’allenamento fisico, su quali aspetti pensi che un pilota professionista dovrebbe concentrarsi per ottenere risultati in pista?
“Faccio un esempio personale. Quando ho corso la mia prima gara nel mondiale, a quattro o cinque giri dalla fine avevo un fortissimo dolore alle braccia. Pensandoci, mi sono reso conto che fino a quel momento non mi ero mai allenato, o meglio, andavo in palestra, giravo spesso in moto ma non era abbastanza. Le cose non sono più come in passato, adesso anche se faccio il pilota semi professionista ho un preparatore atletico, ho un programma alimentare, una persona che mi sostiene dal punto di vista psicologico. Ogni singolo aspetto è diventato fondamentale. Le cose sono cambiate negli ultimi 10 o 15 anni, prima non c’erano tante delle figure professionali  intorno alla carriera di un pilota. Nulla può essere lasciato al caso”.

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