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Luca Ottaviani, la sua prima volta nel WorldSSP

Thursday, 9 May 2019 09:20 GMT

Pesarese, studente universitario e appassionato di Formula 1 e si allena al Ranch con Valentino Rossi conosciamo meglio una delle wildcard del Pirelli Italian Round

Nato tra le colline del Montefeltro, Luca Ottaviani è cresciuto a pane e motori. Il padre e il nonno sono da sempre appassionati di corse, e hanno sostenuto la carriera di Luca che a sette anni era già Campione europeo delle GP80.

Pilota professionista e studente universitario d’informatica applicata, Ottaviani si sta preparando al debutto nel mondiale su una pista che per lui ha un significato speciale. A worldsbk.com ha raccontato la sua carriera, le difficoltà che un pilota può incontrare e la sua gioia per questo esordio.

Luca, lo scorso anno ti è sfuggita la possibilità di correre come wildcard nel Campionato mondiale FIM Supersport ma quest’anno l’obiettivo è stato centrato. Come ti stai preparando a questo appuntamento?

“Si, lo scorso anno ci siamo andati vicini ma quest’anno abbiamo lavorato insieme, fatto gruppo e finalmente abbiamo ottenuto questa possibilità. La mia squadra è composta da professionisti che allo stesso tempo hanno un grande profilo umano. Insieme abbiamo ottenuto questo risultato. Non è stato facile, soprattutto dal punto di vista economico ma ci siamo uniti e impegnati tutti per farcela.

Mi alleno in palestra e da un paio di mesi frequento una volta a settimana il Ranch di Valentino Rossi a Tavullia dove sto imparando davvero tanto perché anche solo guardando piloti di quel calibro allenarsi è una grande scuola. Ma mi concentro per stare tranquillo e non avere troppi pensieri”.

Attualmente stai disputando il Campionato Italiano Velocità, l’ultimo appuntamento si è svolto al Mugello ed è stato risultato dolce amaro visto che hai ottenuto un secondo in Gara 1 ma sei scivolato in Gara 2 quando eri terzo. Adesso ti stai preparando alla tua prima volta in un Round del mondiale, come ti immagini questa tua sfida ad Imola?

“Come ripeto ultimamente, vado senza pensieri. Guiderò come so guidare, la mia squadra farà come sempre del suo meglio e poi vedremo che cosa riusciremo ad ottenere. Non voglio mettermi pressione prima della gara, solo al termine della corsa potremmo tirare le somme su quanto fatto.

In ogni caso si tratta di una situazione emozionante, parteciperò ad una gara del campionato del mondo ad Imola, una pista che per me, che sono appassionato di Formula 1 storiche, ha un valore ancora più speciale. Questo circuito è un tempio, l’atmosfera è suggestiva e sono sicuro che a prescindere da tutto sarà un fine settimana bellissimo. Visto che sono scaramantico preferisco non dire l’obiettivo che ho in mente (ride), ve lo farò sapere domenica sera dopo la gara!”

La struttura che ti accompagnerà ad Imola è la stessa che ti segue nel CIV, ma la moto?

“Si, la squadra che è la stessa con cui sto disputando il Campionato Italiano Velocità, anche la moto sarà la stessa ma, a differenza di quella che usiamo per il CIV, abbiamo potuto potenziare alcuni aspetti visto che si tratta del mondiale ed è permesso avere più potenza. Sulla carta abbiamo un buon pacchetto, ma solo venerdì al termine della prima sessione di prove libere potremmo renderci davvero conto del nostro potenziale di quello dei nostri rivali”.

Diventare un pilota professionista non è facile, richiede grande impegno fisico ed economico. Com’è nata questa passione e quando è stato il momento in cui hai pensato che potesse diventare la tua professione?

“Mi sono sempre sentito un professionista e mi sono sempre comportato di conseguenza facendo attenzione all’alimentazione e allenandomi tutti i giorni. Però, penso che il passaggio dal sentirsi all’essere un vero professionista è quando hai una squadra che ti offre le giuste condizioni. Le cose sono cambiate molti rispetto al passato, per esempio, negli anni ’70 molti piloti partivano il giovedì sera per andare a disputare una gara del mondiale e poi il lunedì andavano a fare un altro lavoro. Oggi tutto questo è impossibile perché essere un pilota è un lavoro di per sé: devi allenarti tutti i giorni, ti serve una struttura stabile, in pratica lo diventi al cento per cento quando trovi una realtà che ti permette di ottenere risultati, e quando tutto diventa più semplice. Negli ultimi otto anni mi sono sempre allenato però a volte conta anche essere al posto giusto nel momento giusto”.

Quale tipo di allenamento pensi che sia più importante per avere delle buone prestazioni in pista?

“Più che allenarsi, penso che sia importante essere tranquilli. Avere la mente libera è ciò che secondo me fa davvero la differenza. Certo, allenare il fisico è molto importante però quando sali in moto è fondamentale avere la mente libera dai pensieri, è in quel momento che riesci ad andare forte, in pratica quando sei spensierato. Basta guardare Valentino Rossi, ha 40 anni, un fisico normale ma riesce ancora a fare la differenza in MotoGP”.

Al comando della classifica di campionato ci sono cinque Yamaha nelle prime sei posizioni. Questo dato dovrebbe tranquillizzarti in vista del round.

“Si, le Yamaha sono in assoluto tra le moto migliori ma è anche vero che a guidarle ci sono alcuni dei piloti più forti e con grande esperienza. Basta vedere quello che stanno facendo Caricasulo e Krummenacher. Certo, anche noi ci presenteremo con una Yamaha e vedere che stiano andando così bene ci da fiducia. Comunque sia, faremo del nostro meglio e vedremo un po’ come andrà questa prima volta nel mondiale!”

Foto: Luca Gorini

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