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Phil Marron: "Toprak è migliorato moltissimo nel corso del 2019"

Friday, 6 December 2019 13:12 GMT

 

Il capotecnico di Razgatlioglu ci parla dei dodici mesi di lavoro trascorsi insieme e dei primi passi in vista della prossima annata. 

 

Molte domande restano ancora senza risposta dopo i primi test in vista del Campionato del Mondo MOTUL FIM Superbike 2020 e lo saranno fino alla prima gara della nuova stagione. Un riscontro però l’abbiamo già avuto: Toprak Razgatlioglu (Pata Yamaha Official WorldSBK Team) si trova davvero a suo agio con la sua YZF R1.
 
Il pilota turco è stato il migliore delle Yamaha in occasione del secondo giorno sulla pista di Aragon e ha concluso a soli 19 millesimi dal giro più veloce fatto segnare da Jonathan Rea (Kawasaki Racing Team WorldSBK) nel corso della giornata inaugurale di test a Jerez. 
 
Razgatlioglu non è però del tutto soddisfatto dei risultati ottenuti: nel 2019 prima ha lottato molto per trovare la giusta forma, è cresciuto in fretta fino a salire sul podio in tante occasioni per arrivare poi a conquistare due grandi vittorie in Francia.
 
Insieme a lui c’era e ci sarà anche nel Pata Yamaha il capotecnico Phil Marron che in precedenza è stato il braccio destro di Eugene Laverty, Sam Lowes e altri piloti. Molti addetti ai lavori individuano nel nordirlandese il punto di forza alla base della crescita di Razgatlioglu nel corso del 2019. Marron però ci ha raccontato altro dopo il primo giorno di test sul tracciato di Jerez.
 
“Vederlo crescere così tanto durante l’anno grazie ai suoi commenti, ai suoi riscontri e al feeling con la moto è stato grandioso. La nostra fonte di successo è stata la sua capacità di spiegare al meglio le sensazioni e il rapporto che ha con la moto. Grazie ai suoi commenti siamo riusciti a trovare il setting giusto per lui”. 
 
“È giovane ma ha già una grande esperienza. Non ne ha molta in Superbike ma guida una moto da quando ha iniziato a camminare. Sa cosa sta facendo”.
 
La buona comunicazione e la chiarezza sono state le chiavi del loro successo che ora puntano a trasferire anche nel gruppo di lavoro del Crescent Racing, considerando soprattutto le differenze tra la YZF R1 e la ZX-10RR.
 
“In squadra abbiamo ingegneri molto validi che stanno iniziando a capire quali sono i nostri riscontri. Tutti i piloti dicono qualcosa ma ciò che fa la differenza è saper capire esattamente il significato di quello che dicono per quanto riguarda tutti gli aspetti”.
 
“Stiamo iniziando a farci un’idea di quello di cui ha bisogno e di ciò che vuole. Siamo appena all’inizio ma per il momento possiamo dire che ha un buon feeling con la moto e con le gomme da qualifica, a differenza di quanto successo l’anno scorso”. 
 
“Stiamo ancora provando a trovare il giusto equilibrio della moto; abbiamo tutte le informazioni da parte degli altri piloti Yamaha ma le sue richieste sono un po’ diverse. Non gli piace che il posteriore si sollevi come invece sta accadendo, preferisce avere una maggiore stabilità. Per ora non siamo ancora riusciti ad ovviare a questo, ecco perché abbiamo bisogno di trovare il giusto bilanciamento”. 
 
Nel 2020 Razgatlioglu sarà alla sesta annata nel paddock (una nell'STK600, due nell'STK1000 e dal 2018 fa parte del WorldSBK): compirà 24 anni soli cinque giorni dopo la chiusura della stagione. Ha già raggiunto degli obiettivi che la maggior parte dei piloti conquista in tutta la carriera: ora il turco punta a migliorarsi sempre di più.
 
“Nel 2019 abbiamo ottenuto più di quanto ci aspettassimo all’inizio. Sapevamo di avere un bel potenziale ma non immaginavamo di poter andare così forte, come dimostrano i tanti podi conquistati”.
 
“Per il 2020 però non possiamo basarci sui risultati dei test. Stamattina ha detto che doveva girare in 1’40”: gli ho risposto ‘no, dobbiamo girare in 1’39”!. E lui: ‘davvero?’”. Poi a fine turno ha detto: ‘Devo girare in 1’38”’. In un solo giorno abbiamo cambiato molto velocemente i nostri obiettivi”. 
 
“Abbiamo bisogno che rimanga coi piedi per terra e quindi ancora non ci poniamo degli obiettivi. È necessario capire tutto il potenziale del nostro pacchetto oltre al suo feeling con la moto: solo in un secondo momento potremo puntare a raggiungere traguardi importanti: come per tutti nel paddock, credo non ci sia neanche bisogno di spiegare ciò a cui puntiamo!”.
 
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