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Il Team Manager HRC Colom parla del COVID-19 e della competitività della CBR1000RR-R

Tuesday, 31 March 2020 11:04 GMT

Jaume Colom crede che alla ripartenza della stagione del WorldSBK assisteremo al grande spettacolo già visto a Phillip Island. 

L’arrivo del Team HRC nel Campionato del Mondo MOTUL FIM Superbike 2020 è stato molto emozionante anche se per il momento la pandemia legata alla diffusione globale del COVID-19 ha portato a uno stop forzato. Jaume Colom, Team Manager della Casa giapponese impegnata nel WorldSBK e con una grande esperienza nel paddock delle gare motociclistiche non vede l’ora di riportare HRC nelle posizioni che contano. Colom ha parlato della situazione attuale e della grande competitività di questo 2020. 
 
Jaume, un progetto nuovo presenta sempre delle incognite ma la pandemia legata al COVID-19 era proprio imprevedibile...
 
Ci troviamo in una situazione davvero imprevista e senza precedenti; ancora non sappiamo bene come evolverà. Ovviamente la cosa più importante è la salute delle persone e delle famiglie che ora stanno vivendo un periodo difficile. Lo sport viene dopo. Tutto deve tornare alla normalità. Quando avremo sconfitto il COVID-19 potremo riprendere le nostre attività in tutto il mondo parlando della ripartenza e del calendario. 
 
Quali sono le sensazioni dei piloti sulla situazione attuale e sull’isolamento in casa?  
 
Alvaro Bautista è bloccato da più tempo e non può allenarsi all’aperto. Leon Haslam ha avuto qualche giorno in più a disposizione dato che nel Regno Unito le restrizioni non sono scattate subito ma ora anche lui si allena in casa. Di solito svolgono una preparazione mista in modo tale che non sia troppo monotona. Adesso però possono andare avanti soltanto seguendo la routine che prevede solo le attività che si possono fare a casa e senza andare in palestra, fare motocross o andare in mountain bike. Tutto ciò ovviamente comporta un po’ di ansia: se dovesse andare avanti così per altro tempo potrebbe anche diventare stressante. 
 
Questa pausa forzata quali implicazioni ha sulla squadra e sui programmi di sviluppo di Honda?  
 
Sapevamo che l’inizio non sarebbe stato facile. A livello logistico siamo partiti da zero e dagli aspetti base a cominciare dai materiali, dalle strumentazioni e il personale. Tutto questo richiede tante ore di lavoro. Sono davvero molto motivato ma al tempo stesso dobbiamo aspettare che la situazione attuale migliori e poi potremo ricominciare la nostra vita e il nostro lavoro. 
 
Da un punto di vista sportivo ci sono molte conseguenze dato che ci mancano delle ore di allenamento e di presenza in pista. L’attività è proseguita in Giappone ma non possiamo fare nulla di quello che vorremmo né con la moto né per quanto riguarda lo sviluppo. In HRC siamo andati avanti ma come dico il lavoro in ufficio non è lo stesso di quello che si può fare in circuito. Abbiamo analizzato tutti i dati raccolti in Australia ma ora avremmo bisogno di tornare a girare.
 
Un tuo giudizio sul vostro primo fine settimana di gara?
 
Abbiamo due piloti molto esperti e questo senza dubbio per noi è un vantaggio per la messa a punto della moto. Siamo andati in Australia senza sapere a che livello saremmo stati. Nel corso dei test prestagione le cattive condizioni meteo ci hanno un po’ frenato. Ci sarebbe piaciuto fare di più e arrivare a Phillip Island con una moto sviluppata meglio. Non è andata così e quindi siamo tornati da lì con un sapore agrodolce…
 
Quali aspetti vuoi mettere in evidenza di queste prime gare? 
 
Da un lato abbiamo visto di essere davvero vicino ai primi. I tempi di Leon e Alvaro lo hanno dimostrato. Ma per diverse ragioni in gara abbiamo conquistato dei risultati che non ci hanno soddisfatto del tutto...È positivo il fatto di aver visto che abbiamo un sacco di potenziale. La velocità massima e il motore sono ottimi ma dobbiamo sistemare altre cose tra cui il telaio e le sospensioni. Da quanto abbiamo visto in Australia non siamo lontani dai migliori e quindi quando potremo tornare a lavorare e a sviluppare la moto puntiamo ad avvicinarci alle posizioni che contano nel minor tempo possibile.
 
La squadra o HRC si sono dati una scadenza entro cui arrivare al vertice?
 
Non ci sono delle tempistiche prefissate ma ovviamente siamo qui per vincere o almeno per provare a farlo. Ci speriamo e lo vogliamo fortemente. Ovviamente se riuscissimo ad arrivare al successo nel secondo Round non aspetteremmo certo il quarto. Abbiamo bisogno di mettere insieme tutti i pezzi, tra cui gli aspetti tecnici, organizzativi e quelli legati al personale. Non ci siamo dati una scadenza dicendo ‘dal quinto Round dobbiamo vincere’ ma tutti noi abbiamo una grande motivazione per dare sempre il nostro 100%. 
 
Quando ripartirà la stagione ti aspetti lo stesso livello di competitività visto a Phillip Island?
 
Penso proprio che andrà così e che assisteremo a un grande spettacolo come già avvenuto in Australia. La pausa ha colpito tutti noi e quindi quando torneremo in pista ci aspettano molte gare come quelle andate in scena nel Round che ha aperto il 2020. I tifosi sarebbero entusiasti se riuscissimo a offrire in ogni gara la stessa quantità di emozioni. La cosa migliore che il motociclismo può regalare è avere sei, sette o otto piloti che arrivano sulla linea del traguardo nel giro di un secondo!
 
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