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Bautista parla di Honda, Haslam e di come sconfiggere il dolore

Monday, 20 April 2020 12:26 GMT

Lo spagnolo racconta del Team HRC, confronta la nuova moto con le altre che ha guidato finora e ricorda anche i momenti più belli legati alla sua carriera.


Nel 2019 la sua esperienza nel Campionato del Mondo MOTUL FIM Superbike è iniziata in modo eccezionale. Alvaro Bautista per questo 2020 ha deciso di passare da Ducati al Team HRC con Honda che torna nella classe regina delle derivate di serie come squadra ufficiale a tutti gli effetti. In un’intervista rilasciata in diretta Instagram all’account WorldSBK Bautista ha parlato del potenziale della moto, del suo compagno nel Team HRC Leon Haslam e di altri argomenti, spiegando anche perché ha scelto il 19 come numero per scendere in pista.
 
Ogni pilota è legato a ricordi particolari della sua carriera e Bautista non fa eccezione. I più belli sono quelli relativi al Circuito de Jerez – Angel Nieto come ha spiegato lo stesso pilota spagnolo: “Ci sono momenti molto belli ma ne ho uno in particolare per quanto riguarda non solo Jerez ma la mia carriera nel complesso. Parlo della prima vittoria che ho ottenuto nel Campionato del Mondo classe 125cc, era il 2006 e ci trovavamo a Jerez. Si trattava della prima gara in calendario in quella stagione e ho vinto. È stato fantastico, non riesco a descrivere quelle sensazioni! Dopo la gara ho pianto di felicità insieme alla mia famiglia e ai miei amici”.
 
“Vincere è eccezionale e tutte le vittorie sono bellissime. Tra quelle che ricordo meglio c’è Gara 2 di Portimao. A Laguna Seca mi ero infortunato alla spalla e dopo la pausa siamo andati in Portogallo su una pista in cui non avevo mai gareggiato prima. È stato un fine settimana difficile dato che in Gara 1 mi sono toccato con il mio compagno di squadra Chaz Davies, sono finito fuori e ho dovuto recuperare molto. Nella Tissot Superpole Race ho guadagnato tante posizioni anche in vista di Gara 2 dove sono partito quarto. A causa dell’infortunio non avevo più forze e non riuscivo a guidare normalmente. Mi ricordo di essere andato in testa e di aver pensato soltanto ‘ok, spingi al massimo perché non sai come puoi concludere la gara’. Negli ultimi due giri ho fatto proprio così, ho dato tutto ed ero distrutto fisicamente. Penso che se ci fosse stato un giro in più non sarei riuscito a vincere dato che ero davvero sfinito. Quando ho tagliato la linea del traguardo la spalla mi faceva malissimo! Per me è stata una vittoria molto speciale”.
 
La Honda CBR1000RR-R presenta un motore diverso rispetto a quelli utilizzati da Bautista nel corso della sua carriera. Il pilota spagnolo ha spiegato che questo cambiamento porta a sensazioni differenti in sella alla moto: “Ho avuto sempre un V4, sia nel MotoGP™ che nel World Superbike. Quest’anno invece ho un quattro cilindri in linea e la differenza si avverte tanto. Non so se sia meglio o peggio ma è molto diverso. Mi devo ancora abituare ma spero di poter lavorare sul motore per capire ancora di più come sfruttarlo”. 
 
“In questo momento si tratta di una moto completamente nuova e quindi sono necessari molti accorgimenti. Nei test invernali abbiamo lavorato tanto per acquisire una gran mole di dati. Per me il primo punto di forza della moto è il motore. Ha una grande potenza e un gran potenziale. Dobbiamo però mettere tutte le cose al posto giusto per sfruttarlo al 100%. È meglio avere tanta potenza e lavorare per utilizzarla piuttosto che non averla. Ora ci stiamo impegnando per arrivare a sfruttare il massimo potenziale”.
 
Lo spagnolo ha parlato anche del suo compagno di squadra Leon Haslam: “È davvero simpatico e positivo. È molto bravo a lavorare sullo sviluppo della moto. Non è uno di quei compagni che guardano alla tua parte del box per vedere cosa stai facendo. Ha le sue sensazioni e il suo modo di lavorare. Dopo ci scambiamo le nostre impressioni. Stiamo lavorando insieme; in pista vogliamo vincere. Sono contento che facciamo parte della stessa squadra”.
 
Bautista ha anche spiegato i motivi che lo hanno portato a scegliere il numero 19. “Prima di scendere in pista nel Campionato del Mondo mi piaceva il 27 dato che era quello con cui ho iniziato a correre. Però quando nel 2003 sono arrivato nel Campionato del Mondo il 27 era il numero di Casey Stoner e quindi non potevo usarlo. Tra quelli che mi sono stati proposti mi piaceva il 19 dato che in passato molti piloti che lo hanno utilizzato poi si sono aggiudicati il titolo iridato”.
 
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