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Alla scoperta di Scott Redding (seconda parte): "Non posso parlar male di Chaz"

Friday, 17 January 2020 10:14 GMT

Nella seconda parte di questa intervista il nuovo arrivato in casa Ducati ci parla della sua vita fuori dalla pista, della sua famiglia, della passione per la boxe e una ritrovata calma e lucidità. 

 

Quando trascorri la metà della tua vita sulle piste, poi gli alti e bassi arrivano tanto velocemente come la moto che guidi. Ma cosa accade quando non si gareggia? Nella prima parte con Scott Redding ci siamo concentrati sui diversi periodi della sua carriera: ora andiamo a conoscere tutto quello che circonda il 27enne. Dopotutto si tratta di “quello stesso ragazzo di Gloucester” – una persona che come tutti gli altri ama la sua famiglia, i suoi amici e a cui piace divertirsi. È lui stesso a raccontarsi.
 
Per tutta la mia vita sono stato fuori dal Regno Unito. Non mi è mai dispiaciuto e non ho nostalgia di casa. Quando avevo 19 - 20 anni sono andato in Spagna e in realtà non sono mai tornato. Sono cresciuto così. 
 
Sono molto legato a mio padre, a mio zio e alle mie sorelle, ma non ho bisogno di vederli tutte le volte. 
 
Mio papà viene a un sacco di gare e in MotoGP™ guidava il mio motorhome. Gli piace guardare le corse anche se non è molto coinvolto. Infatti non lo vediamo nel paddock per tutta la giornata, arriva alla sera. 
 
Mio zio è stato al mio fianco per un sacco di tempo. Non gli piace viaggiare e quindi non l’ho avuto con me in MotoGP™ ; anche quest’anno le cose saranno simili. Per me non fa differenza avere o non avere un grande gruppo. Se le persone vogliono venire a vedermi non sento la pressione. 
 
Conosco Chaz da anni, quando ero più giovane spesso guidavo sulla sua pista da kart. Aveva l’abitudine di soffiarmi i trofei! Ci troviamo davvero bene. Mi piace, è un ragazzo con i piedi per terra e normale. Non posso assolutamente parlar male di lui.
 
Ha avuto una situazione simile alla mia, non aveva molti soldi e ha lavorato con del materiale normale. Forse io sono stato fortunato dato sono stato aiutato quando mi sono trovato in una situazione difficile.
 
Ho avuto dei compagni di squadra stupidi e altri bravi. Fa parte del gioco. Fuori dalla pista possiamo essere persone normali e andare d’accordo; se ti batto mi stringi la mano e mi dici ‘bel lavoro’ e io farò lo stesso nel caso in cui sia tu a vincere. Alcuni piloti non lo fanno e non andiamo d’accordo ma la maggior parte dei compagni che ho avuto alla fine non è stata male. 
 
Ho iniziato a fare videoblog perché mi piace. La gente dice che sono un personaggio, che faccio c...te e che dovevo aprire un blog. Però l’80% di quello che faccio mica lo posso insegnare! La gente vuole vedere queste cose. Sto provando a mostrare a far capire alle persone che per avere successo non serve essere un robot.
 
Quando sono andato nel British Superbike ho fatto ‘impazzire’ la gente. Stavo fuori fino a tardi, facevo feste nel motorhome, mi divertivo, ballavo e il giorno dopo vincevo! Molti non riuscivano a capire come tutto questo fosse possibile.
 
L’anno scorso è stato chiaro che potevo essere me stesso e conquistare ancora risultati. Non voglio cambiare. Voglio dimostrare che è possibile avere successo restando come sei.
 
Riguardo ai videoblog la gente potrebbe chiedersi cosa mi ha spinto a fare tutto questo. Probabilmente è un misto di rabbia e allo stesso tempo di rivalsa per non essere stato capace di dimostrare in MotoGP™ ciò che sono. 
 
Lavoro duro e mi alleno ancora. Lo scorso gennaio mi sono rotto i legamenti della gamba. Dopo tre giorni di allenamento mi sono rotto il femore. La squadra ha detto: ‘per ora non ci sei molto utile, ci vedremo più avanti’. Ho risposto ‘aspettate, tornerò per il primo test’. Mancavano tre settimane ma non mi importava. I medici dicevano che sarebbero servite otto - nove settimane. Ma io non le avevo otto - nove settimane! Avevo bisogno di tre settimane per tornare. Quello era il mio pensiero: riuscivo a malapena a camminare ma ce l’ho fatta. 
 
La testa è molto importante, gran parte del tuo successo dipende da quello. Devi continuare a lavorare. Altri magari avrebbero potuto pensare di prendersi una pausa meritata in quelle otto o nove settimane. Io invece mi sono detto: no, non posso, ho bisogno di vincere il Campionato, quindi devo iniziare adesso!  
 
Quando esco dalla pista non voglio più parlare delle gare. Aspetto un'ora e sono a posto. La gente continua a farmi sempre le stesse domande su questo e su quello… Capisco che per gli altri sia una cosa divertente, alle persone piace parlare di questo. Ma correre è il mio lavoro.
 
Ho una passione sfrenata per la boxe. Quando nel 2018 avevo smesso di gareggiare una bella parte di me ha pensato di voler provare a diventare un professionista in questo sport. Non posso fare tutte e due le cose e quindi lo faccio per divertimento.
 
Mi piace molto il mix tra la tecnica e il duro lavoro. Le gare riguardano te e la tua moto che ha un ruolo molto importante per quanto riguarda i risultati. Nella boxe sul ring sei uno contro uno, fine della storia.
 
Per l’allenamento è la cosa migliore. Ti tieni in forma e allo stesso tempo resti con i piedi per terra. Ti rende più calmo e questo mi piace. 
 
Faccio anche un sacco di ciclismo e motocross, mi diverto molto e mi dà tanta adrenalina. Mi piace anche andare alle feste qualche volta, non fraintendetemi. Come anche uscire con gli amici e divertirmi la sera, dato che rischio abbastanza allora voglio godermi la vita!
 
Passare del tempo con la mia fidanzata è stata la cosa migliore per me. Da quando la conosco mi ha aiutato tanto. Mi sento molto felice e cresciuto. Sono abbastanza pronto per essere calmo e per crescere in modo da concentrarmi su altre cose, come la boxe e le mie gare. Non devo preoccuparmi di tutto quello che mi sta intorno. Mi sento al sicuro.  
 
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