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Kiyonari nel profondo: "Quando inizia a correre non mi piacevano le moto!"

Monday, 5 August 2019 08:00 GMT

L’infanzia, vittorie e una carriera illustre. Il pilota giapponese ci racconta il suo particolare percorso professionale nel mondo delle competizioni!

Ci credete che Ryuichi Kiyonari (Moriwaki Althea Honda Team) non voleva una carriera da pilota motociclista? O almeno era quello che pensava durante i primi anni, il giapponese non pensava diventare un pilota professionista ma poi è diventato un nome familiare nel mondo delle due ruote, uno dei protagonisti più consistenti e più enigmatici nel WorldSBK. In questa conversazione a cuore aperto, il vincitore di gare nel WorldSBK racconta i suoi primi passi e alcuni dei momenti più emblematici della sua carriera.
 
Sono cresciuto a Tokio, nel comune di Saitama. Si trova vicino alla HRC e credo che avevo cinque anni quando iniziai a correre. Tutti i fine settimana andavamo nelle piste da cross però, e questo è un aspetto che molte persone non capiscono, non mi piacevano le moto perché erano rumorose e mi spaventavano, ancora oggi mi fanno paura! Odiavo lee due tempi però mio padre mi diceva che dovevo farlo. E io pensavo “Oh… va bene” però non mi divertivo perché odiavo il rumore e la potenza.
 
A mio padre non importava se fosse un giorno di riposo, o Natale piuttosto che capodanno. A volte gli dicevo che non volevo correre e che preferivo dormire, però lui mi diceva sempre che dovevo allenarmi. È come quando non vuoi andare a scuole e dici che ti fa male la pancia. Questa era una situazione simile, o persino peggiore!
 
In quel momento non volevo continuare con le competizioni. Continuari perché mio padre mi diceva che dovevo farlo anche se io gli dicevo il contrario. Poi mi domandò: “Che cosa farai per guadagnare se non vuoi correre?” E gli risposi: “Non lo so”. Non mi importavano i soldi se ne ho sufficienti per vivere e mangiare però mio padre decise che avrei continuato. 
 
Iniziai a divertirmi poco dopo aver compiuto i 18 anni. Stavo correndo con una 250cc a due tempi nel campionato giapponese. Stavo frequentando la Suzuka Junior Race School da poco più di un anno e un giorno, realizzai che mi stava piacendo! Dopo di ché mi sono unito a una squadra molto famosa in Giappone visto che Makoto Tamada, Tohru Ukawa e Daijiro Kato erano passati da lì. Non so perché mi unii a questa scuderia!
 
Prima del 2003 cambiai idea. Ho sempre avuto delle brave persone e buoni amici intorno e per questo motivo inizia ad avere un altro punto di vista. Non era ancora la mia attività preferita però iniziai ad odiare perdere e ad essere lento. Per questo continuo a gareggiare, perché voglio continuare a migliorare. È meglio che scommettere!
 
È stato molto difficile rimpiazzare Daijiro Kato nel 2003 dopo che morì a Suzuka in MotoGP™, ma allo stesso tempo fu anche imbarazzante. Pensavo che prima di arrivare in MotoGP™ sarei stati più veloce e avrei migliorato però era molto difficile. Non sapevo nemmeno come mettere a punto la moto e devi conoscere moltissimi aspetti.
 
Durante tutta la stagione le cose non facevano anche peggiorare. Dopo ogni gara mi sentivo peggio. Era la prima volta che lasciavo il Giappone, ero con una squadra italiana e non ero mai salito su un volo intercontinentale. Non parlavo nemmeno inglese visto che ero sempre stato un pessimo studente! Fu tutta esperienza.
 
In questo momento ero un po’ deluso all’idea di passare al BSB. Dopo un solo anno in MotoGP™ pensavo che fosse ingiusto e il 2004 risultò molto difficile. Il Round 1 a Silverstone andò bene però i successivi furono più complicati. Feci alcune cadute brutte, mi ruppi la clavicola e non riuscivo a trovare la motivazione.
 
Avevo un buon meccanico, Adrian Gorst, e stavo imparando molto. Nel 2006 volevo passare al WorldSBK e alla fine del 2007 Honda mi dette l’opportunità di entrare in questo paddock. Non fu come in MotoGP™ nel 2003, visto che questa volta avevo più esperienza ma, nonostante questo, fu comunque difficile, soprattutto con la nuova squadra. Nel WorldSBK c’erano buoni piloti, era difficile ma molto divertente.
 
Nel corso della mia carriera ho avuto buoni compagni di squadra. Michael Rutter, Karl Harris, Jonathan Rea e anche nel Ten Kate Racing - Honda, mi trovai insieme a Kenan Sofuoglu, Carlos Checa e poi di nuovo con Jonny. Anche Shane Byrne era molto forte su qualsiasi moto e in ogni condizione, ed era una bella persona. Mi divertii molto durante le nostre battaglie nel 2014. 
 
Prima di smettere di correre, volevo fare una wild card nel WorldBSK… e adesso sono qui per una stagione completa! Honda sta portando nuovi pezzi per migliorare lo sviluppo della moto però non è facile. Dopo la 8 Ore di Suzuka voglio volare in Inghilterra o in Europa. Odio volare, penso sempre: “Non cadere, non cadere”.
 
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