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Nei media: Herbie Blash dice la sua sul WorldSBK

Tuesday, 17 October 2017 08:19 GMT
Crash.net

Crash.net ha parlato con il direttore sportivo di Yamaha

Passando dal paddock di Formula1 a quello del MOTUL FIM Superbike World Championsip con Yamaha, Herbie Blash ha riferito al sito Crash.net i suoi pensieri in merito al campionato di derivate di serie nel suo complesso. Con oltre 20 anni passati in F1, ha alle spalle una grande esperienza ed è piacevolmente sorpreso dai livelli di interazione dei tifosi nel WorldSBK; per  non parlare del rispetto che ha per i piloti e i team.
 
“In tutta onestà, le corse sono le corse, non è importante se sono di kart, di F1, se si tratta di  Indianapolis 500 o di qualsiasi altra cosa,” ha iniziato Blash. “Quando guardo il team Yamaha i meccanici lavorano molto duramente e sono quelli che vorrei chiamare meccanici veri, perché si occupano di ogni aspetto della moto e lavorano ininterrottamente rispetto alla F1. I meccanici in F1 ora stanno passando un momento più semplice, con i vari coprifuoco e il parco chiuso dopo le qualifiche. I ragazzi del World Superbike lavorano molto più di quelli della Formula1. È bello vedere la passione”. 
 
“Quanto ai piloti, credo che siano molto coraggiosi. Ovviamente è un mondo totalmente diversi dai nostri piloti di auto. Quando si guarda la precisione di un motociclista, come possono essere così costanti con un decimo di secondo, mi stupisce. Il campionato è gestito in maniera professionale e vengono organizzate cose molto belle per i tifosi che non abbiamo ancora visto in F1. La “zona dei tifosi” è un qualcosa a cui si sta interessando adesso la F1 e provano a fare di più, cosa che secondo me dovrebbero”.
 
“Vedere un paddock con i tifosi all’interno, è qualcosa che non abbiamo visto per forse 20 anni in F1, è estremamente esclusivo e devo dire forse troppo, il WorldSBK è aperto ai tifosi e ognuno vuole aiutare l’altro, cosa che si usava in F1 anni e anni fa”.
 
Blash continua parlando dei regolamenti e dell’aspetto familiare nel mondo delle corse nel suo insieme, e il resto dell’intervista potrete trovarla qui